Storia

 La Storia di Palizzi
 

Descrizione: Palizzi è il Comune più meridionale della nostra penisola. Il suo territorio corrisponde alla parte più estrema dell'antichissima regione che, una quarantina o cinquantina di secoli addietro, dopo essere stata indicata come ESPERIA (terra d'occidente) ed Enotria (terra del buon vino) fu chiamata Italia, forse dal nome del "vitello" sfuggito ad Ercole o più verosimilmente da quello del leggendario re Italo. Qualcuno ha ipotizzato che essendo greco il nome Palizzi, forse si trattò di una delle sette città fondate dai calcidesi e ricordate da Aristotele. Ma il geniale orientalista, il gesuita Cesare de Cara, sostenne che le coste meridionali dell'antichissima Italia furono occupate dagli Hethei - Pelasgi provenienti dalla Mesopotamia al tempo della cosiddetta "Civiltà minoica" che lo studioso preferì indicare come "civiltà Hetheo - Pelasgica". Dal nome appunto di quei popoli che muovendo contemporaneamente dall'Asia Minore andarono ad occupare le Isole dell'Egeo, il Continente greco e le coste meridionali dell'Italia, portandosi dietro il bagaglio delle loro credenze religiose, delle loro conoscenze metallurgiche ed esperienze ceramistiche. Lavorazione queste ultime dalle quali si ricavano bombole, vasi, piatti, tegole, mattoni ed altri utensili, i cui cocci si chiamano "straci" che indicano la probabile origine del nome di Stracia. Ossia di quella frazione (Palizzi Marina) che oggi risulta essere la parte più popolata del Comune. Alcuni altri toponimi che si richiamano a luoghi di culto pagano e fortificazioni militari sono: Il Promontorio di Ercole (Capo Spartivento), Alica, Apita, Campo Venere, Passo della zita (zita - città), Muro-rotto, Spropoli. Il Muro-rotto prima che si rompesse era sicuramente chiamato "Muro" che serviva per serrare la frontiera tra le antiche Repubbliche di Locri e Reggio e a chiudere l'accesso verso le strutture del Porto di Palizzi segnalato ai naviganti già dal geografo Strabone di Amasia qual "comodissimo" punto di approdo, sicuro rifugio e base per rifornimento di viveri legna ed acqua occorrenti alle navi in transito. Spropoli. II suo nome, con tutta probabilità, deriva da "Propilei" che è il termine con il quale in Atene venivano indicate le avamporte dell'Acropoli, ovvero la città fortificata. A Spropoli dunque ci sarebbe stata una stazione delle guardie di frontiera che in quei lontanissimi tempi si chiamavano "peripolòi". Per la presenza nel suo territorio di un Monastero Basiliano, di un Convento dei Prati Minori Conventuali, di 14 Chiese e 10 Cappelle tra pubbliche e private, di una Comuneria di Preti latini, Palizzi, dopo essere stato un centro di religiosità pagana, divenne una "piccola Tebaide" cristiana. La Terra di Palizzi, dai Normanni in poi, fu sotto il dorninio dei seguenti feudatari: 1) Il Vescovo di Bova fino ai primi decenni di Federico 2°; 2) I Ruffo che durarono fìno al 1504; 3) Gli Ajerbe d'Aragona dal 1504 al 1580; 4) I Principi Colonna dal 1580 al 1654; 5) I Principi Arduino dal 1654 al 1751; 6) I de Blasio dal 1751 fino all'abolizione della feudalità. Meritano una speciale menzione i Baroni don Francesco Colonna e l'on. Avv. don Tiberio de Blasio per aver fatto restaurare il Castello rispettivamente nel 1580 e 1866. Oggi, purtroppo, l'Antico maniero ricco di tanta storia e meta assidua di visitatori necessita di urgenti restauri che tardano ad arrivare.


 

Comune di Palizzi

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